Nella prima settimana di luglio 2023 trentacinque giovani delle parrocchie affidate ai Padri Dottrinari a Torino, Vigevano, Roma, Salerno e Vittoria hanno vissuto l’esperienza periodica Cesar-Stock (il progetto iniziato due anni fa di cammino vocazionale per giovani nella Cittadella Internazionale del Movimento dei Focolari.) a Loppiano (Fi), che oggi ha circa 850 residenti che accolgono ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Il 13 giugno 1980, Chiara Lubich ricordava agli abitanti di Loppiano: «Ogni persona che incontri ogni giorno deve essere pronta a dare la sua vita per te e ognuna chiede a te di amarla fino alla misura estrema. Dio vuole in questo luogo soprattutto un incendio di amore».
Loppiano dona enormi emozioni, si è una realtà diversa, disconnessa dall’avidità del mondo.
Chiunque vive o soggiorna nella cittadella si impegna a rispettare la regola “fai agli altri ciò che vorresti venisse fatto a te e, non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te”. Tutti condividono gli stessi principi: l’amore, la fratellanza, il perdono, l’accoglienza e la libertà nella diversità, e tutti cercano di esserne testimoni.
Con il campo Cesar-Stock abbiamo avuto la fortuna di poter vivere questi ideali, abbiamo vissuto “otto giorni in cui i cuori guariscono”. L’amore ha riempito i nostri polmoni, come se per molto tempo fossero stati malati e improvvisamente avessero ripreso a funzionare al massimo.
Amore che si percepiva nei piccoli gesti, nell’attenzione al prossimo e al più fragile, nei sorrisi subito dopo la sveglia, nella disponibilità di tutti a condividere la propria storia.
Il perdono, un gesto semplice ma complicato, ha caratterizzato la quotidianità come suggerito da papa Francesco: quasi nessuno, ogni giorno, andava a dormire senza aver donato o accettato il perdono.
Una dimostrazione del perdono più puro che abbiamo vissuto è stato lo scambio della pace durante la Messa; ciascuno di noi era intenzionato a dare la pace a tutti. Una delle cuoche ne è stata sorpresa e ha commentato: «Si vede la luce nei vostri occhi».
Le relazioni speciali che costruiamo in queste giornate fanno di noi una “seconda famiglia”, creano fratellanza, un sentimento duraturo e reciproco d’affetto che la distanza tra le varie città non è in grado di interrompere. Le nostre diversità invece di dividerci ci rendono complementari e tutti insieme creiamo un gruppo pronto ad accogliere il prossimo.
Il canto Ti ringrazio mio Signore è diventato il tormentone del campo”, con la strofa “cammino tra la gente della mia città, e non mi sento più solo”; nel ricordo di questa canzone ciascuno di noi sorriderà e, dopo questo campo, nessuno di noi si sentirà più solo, anzi avrà la certezza che camminando tra le città d’Italia avrà sempre qualcuno accanto.
Porteremo nelle nostre case l’esempio di Chiara Lubich e della beata focolarina Chiara “Luce” Badano: il loro amore incondizionato verso il prossimo; il coraggio nell’affrontare un ostacolo; il loro grazie alla fede che permette di fare grandi cose; la loro perseveranza anche quando le circostanze non erano favorevoli.
Perché non proviamo a stravolgere il nostro modo di vivere? Se pensassimo di più alle conseguenze delle nostre scelte, se vivessimo meno freneticamente prendendoci il tempo per il discernimento vivremmo in un mondo migliore, dove per star bene con se stessi non bisogna obbligatoriamente prevalere sull’altro.
Matteo Brigadeci, Nancy Cavallo, Rosa Piergrossi e Marta Terrani