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Festa grande il 29 settembre scorso nella cappella di Santa Bernadette per le parrocchie del Settore di Cavaillon-Les Vignères e Cheval-Blanc, affidate ai Dottrinari. Era l’anniversario di fondazione della Congregazione, ma anche la ricorrenza dei 25 anni di sacerdozio del Superiore Generale, padre Sergio La Pegna, e del 50° di ordinazione del parroco, padre Gian Mario Redaelli, nonché il suo 75° compleanno. Il Consiglio Pastorale ha voluto unire anche l’apertura dell’anno catechistico e l’inizio di quello scolastico con la benedizione delle cartelle dei ragazzi.
Alla concelebrazione, presieduta dall’arcivescovo di Avignone, mons. François Fonlupt, hanno partecipato, oltre ai due festeggiati, padre Sergio e padre Gian Mario, padre Andrea Marchini, delegato per Italia e Francia e parroco a Torino, i due vicari parrocchiali, p. Emanuele e p. Jean-Marie, i diaconi Franck Thieret e Gianfranco Girola. Tantissimi i parrocchiani, bambini, ragazzi, giovani e adulti. Presenti anche i famigliari di padre Gian Mario e la delegazione torinese della Fraternità della Parola con il diacono Gianfranco Girola, che proprio con padre Gian Mario, nella parrocchia di Gesù Nazareno a Torino, cominciò il suo cammino verso l’ordinazione diaconale.
Durante l’omelia, padre Gian Mario ha ricordato il suo percorso sacerdotale, proponendo l’immagine biblica in cui Dio si rivolge al popolo, che aveva alle spalle la lunga esperienza nel deserto, dicendo: “Ti ho portato sulle spalle come un uomo porta suo figlio, lungo tutta la strada che avete percorso” (Dt 1,31b). Rivolgendosi poi ai numerosi bambini ha detto: «quante volte papà e mamma vi portano sulle spalle, ecco, il Signore fa la stessa cosa con noi!». Ha poi proseguito dicendo: «Per questo oggi rendiamo grazie con questa messa solenne: grazie al Signore, per il dono della vita, perché di dono si tratta; grazie alla Chiesa, di cui la nostra assemblea è segno della sua vitalità; grazie alla mia famiglia naturale, di cui alcuni membri sono qui tra noi, e alla mia famiglia religiosa la cui culla è qui a Cavaillon; grazie a tutti per la vostra affettuosa presenza».
Padre Gian Mario ha poi proseguito: «Quando celebro la messa, mi commuove sempre il gesto dell’offerta del pane e del vino, destinati a divenire Corpo e Sangue di Gesù. È il gesto che, fra poco, il vescovo compirà e noi con lui. Insieme al pane e al vino egli depone sull’altare le lacrime di gioia e di dolore di ciascuno insieme alla fatica di tutti, ai successi e ai fallimenti, e depone anche le lacrime di tutti coloro che soffrono. Le mani alzate al cielo, il celebrante affida tutto a Gesù che presenta al Padre il peso di tutta l’umanità e l’unisce alla sua vita per la salvezza di tutti».
I parrocchiani del settore di Cavaillon-Les Vignères e Cheval Blanc, al momento dell’offertorio, hanno deposto, insieme ai doni, il ricavato di una raccolta di cui una parte sarà destinata alle missioni dottrinarie in India e Burundi e un’altra all’acquisto di paramenti liturgici per la Cattedrale di Cavaillon, che sarà presto riaperta dopo i restauri di questi anni.
Dopo la messa, la calda giornata autunnale ha permesso di completare i festeggiamenti con un aperitivo-pranzo nel giardino antistante la cappella, dove erano anche esposte le fotografie che ripercorrevano la vita di padre Gian Mario.
Nel pomeriggio, alle 16,30, all’eremo di Saint Jacques, tanto caro a San Cesare de Bus, sulla collina che domina la città, padre Bruno Gerthoux, cancelliere della diocesi di Avignon, ha proposto una meditazione sull’Eucaristia nella vita di San Cesare. È seguito un momento di adorazione eucaristica animato dai padri Emanuele e Jean-Marie, vicari parrocchiali, che ha chiuso la giornata di festa.
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