Pasqua, cioè non abbiate paura. È questo il grido, la preghiera, l’augurio che il Vangelo di Marco fa risuonare nelle nostre comunità. Le grida che ci vengono dal mondo sono invece grida di paura, grida di oppressi, di sepolcri sempre pieni senza distinzione di popolo, lingua, religione, genere.
Le donne che si recano al sepolcro per onorare il corpo e piangere Gesù richiamano la moltitudine delle lacrime che sale al cielo da questa terra, dove la storia di Caino si ripete. La perplessità delle donne al sepolcro è anche la nostra, di noi colpiti quasi irrimediabilmente dalla pietra che ha colpito Abele. Chi farà rotolare via la pietra davanti al sepolcro? Questa domanda racchiude tutte le domande di ogni uomo e di ogni donna: la pietra è già stata rotolata via, ma per vederla devono alzare lo sguardo, andare oltre la paura, la perplessità, il fato. Il gesto delle donne è una professione di fede.
All’apparire del giovane con la veste bianca le donne hanno paura, una paura simile allo stupore, alla meraviglia, alla consapevolezza di essere di fronte a un evento inimmaginabile, difficile da essere contenuto in una spiegazione. Nel prosieguo del racconto la spiegazione che le donne portano ai discepoli sembra un vaneggiamento, a riprova che il fatto non trova riscontro in un linguaggio umano. E infatti l’evangelista abbandona il linguaggio umano e utilizza il linguaggio divino: «Non abbiate paura»; non abbiate paura di Dio che è morto per amore vostro, per amore di tutti, che ha sperimentato i colpi delle pietre di Caino fino all’umiliazione più grande, la croce.
Il giovane con la veste bianca ricorda alle donne che colui che cercano, Gesù Nazareno, è il Crocifisso; ma il Crocifisso è Risorto, il Padre lo ha risuscitato perché tutti coloro che credono in Lui non siano più colpiti dalle pietre di Caino e perché, piuttosto che colpire, offrano la loro vita per dare vita al mondo. Gesù, il Nazareno, non è più né sulla croce né dentro il sepolcro: ora nella fede del Battesimo è dentro la vita del mondo, dentro la nostra vita, anche negli angoli più chiusi e più bui. Egli è lì e aspetta la nostra Risurrezione e ci sostiene nelle nostre risurrezioni, anzi le anticipa: la sua volontà è che non ci dilunghiamo nel processo della nostra Risurrezione.
Cristo risuscitò al mattino presto per indicare che la Risurrezione del peccatore deve essere rapida: buona Pasqua di Risurrezione.
padre Andrea Marchini, dc